LA VESPA VELUTINA

COSA è e perchè combatterla

Assistenza ai produttori di miele

Difesa da specie aliene

La nostra associazione Toscana Miele A.P.A. è da sempre in prima linea per assistere produttori di miele e difendere questo settore dalle diverse minacce, che possono essere tanto naturali quanto legate all’economia o all’inquinamento.

Dalla nostra sede di Lucca abbiamo infatti gestito la monitorizzazione dell’aumento di specie aliene nel nostro territorio che hanno un impatto estremamente negativo sulle attività di apicoltura, avvertendo gli enti competenti e studiando le prime soluzioni per interventi sostenibili ed efficaci.

La specie che negli ultimi anni ci ha sicuramente creato più preoccupazioni è senza dubbio la vespa velutina.

La vespa velutina: conosciamola

Di che si tratta?

La Vespa velutina è una delle tante specie di insetti alieni che stanno invadendo il nostro territorio creando enormi problemi economici, ambientali e spesso sanitari.

È un calabrone originario del Sud-Est asiatico arrivato in Europa, più precisamente nella zona sud-occidentale del territorio francese, nel 2004. Negli anni successivi si è diffuso rapidamente su gran parte della Francia, per poi passare negli stati confinanti. Nel nostro paese è penetrato, nel 2012, dal confine francese con la Liguria. Il rischio di invasione da parte di questo insetto nelle regioni limitrofe ed, in generale, in tutta la penisola è evidente. Oltre alla capacità di espansione della specie stessa, l’uomo trasportandola inavvertitamente con carichi di merci ne può facilitare la diffusione. È stato stimato che la velocità di espansione di questa vespa si aggiri intorno a 100 Km all’anno.

Perchè combatterla?

L’allarme per l’arrivo di questo calabrone alieno arriva principalmente dal mondo degli apicoltori poiché gran parte della dieta delle sue larve è a base di api. I calabroni pattugliano l’entrata degli alveari e catturano le api bottinatrici cariche di polline al rientro nell’alveare, le uccidono e lo portano al proprio nido come alimento per la prole. Inoltre, là dove questo predatore tiene sotto assedio gli alveari, le api bottinatrici smettono di uscire dall’arnia e la colonia di conseguenza si indebolisce. Inoltre, essendo l’ape uno dei principali insetti impollinatori, il danno non è circoscritto solo al settore dell’apicoltura ma, più in generale, questo calabrone predando le api, rappresenta una minaccia sia alla biodiversità vegetale, che alla produzione delle colture agricole la cui impollinazione si basa sull’azione delle api.

Come riconoscerla?

La Vespa velutina, conosciuta anche con il nome di calabrone dalle zampe gialle, è simile nell’aspetto al nostro calabrone (Vespa cabro) con la quale può essere confusa, ma le caratteristiche che permettono la discriminazione tra le due specie sono piuttosto evidenti una volta imparate.

    • Antenne: sono di colore nero sulla parte superiore mentre nella parte inferiore tendono al bruno.
    • Capo: la parte frontale di colore giallo arancio mentre la parte superiore, visibile se si guarda il calabrone dall’alto è di colore nero.
    • Torace: riprende il colore nero o molto scuro della parte superiore del capo.
    • Zampe: primo tratto delle zampe scuro, gli ultimi 5 tarsi (la parte finale degli arti divisi in piccole sezioni) sono di colore giallo.
    • Addome: primi tre tergidi addominali sono di colore bruno scuro con il margine posteriore di colore giallo giallo-rossastro. Il quarto tergite è quasi interamente di colore giallo con all’interno un triangolino nero. La parte terminale dell’addome è di colore bruno rossastro.

      Differenza del nido della Vespa velutina e la vespa crabro:

      • Vespa velutina: Costruisce il nido in luoghi aperti, principalmente appendendolo sui rami degli alberi ma anche su manufatti umani, ad un altezza da terra che può superare i 10 m. I nidi sono di grandi dimensioni (mediamente 60×80 cm), presentano forma rotondeggiante/ piriforme e foro di ingresso laterale.
      • Vespa crabro: Costruisce i nidi in ambienti chiusi (cavità di alberi, camini, all’interno di muri etc.) solo raramente all’aperto. Nidi di dimensioni inferiori a quelli costruiti da V. velutina (mediamente 30×60 cm), con forma rotondeggiante e apertura di ingresso ampia e posta in basso.

      COSA FARE:

      • Dovunque tu sia, in campagna o in città, tieni gli occhi ben aperti, osserva e segnala qualsiasi calabrone con le caratteristiche della V. velutina. Le prime segnalazioni sul territorio potrebbero essere molto utili per arginare la diffusione di questo pericoloso insetto nella nostra Regione. Se hai la possibilità fai una foto ed inviala a www.stopvelutina.it
      • Se sei un apicoltore aiuta nell’azione di monitoraggio posizionando trappole nei dintorni degli apiari, controllandole periodicamente per registrare tempestivamente la presenza della vespa predatrice intorno agli apiari. Se vedi una V. velutina in caccia davanti al tuo apiario o se ne trovi nelle trappole durante il controllo periodico informa subito l’Associazione.

      Solitamente all’interno delle trappole si utilizzano esche a base di carboidrati o proteine ma una miscela di sostanze zuccherine e birra chiara al 4,7{dbf2d168a1768a18de87c80f2205132ed6c39026e7535298d51f0102d02f1f16} di alcool è risultata molto attrattiva per la V. velutina.

       

        Cosa fare e non fare

        Dal minuto 8.11 potete vedere il servizio di Toscana Miele al telegiornale locale per la Vespa velutina in Toscana e i contatti per il monitoraggio e le segnalazioni:

        Stefano Fenucci 338 1930802

        COSA NON FARE:

        • Se individui una colonia non avvicinarti; i calabroni sono aggressivi verso qualsiasi minaccia si avvicini al loro nido. Quando la colonia è nel pieno del suo sviluppo, centinaia di calabroni potrebbero attaccare in massa un incauto osservatore, con seri rischi per la sua salute.
        • Non tentare di distruggere una colonia di V. velutina se non sei specializzato e formato per questo tipo di attività. Oltre ad essere un’azione molto pericolosa perché può scatenare una reazione di attacco di massa da parte dei calabroni che si trovano all’interno della colonia, può risultare anche negativa ai fini della limitazione della diffusione di questa specie. Infatti, personale non specializzato, operando non correttamente nell’operazione di distruzione del nido, rischia di far disperdere i riproduttori favorendo la loro diffusione.

         

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